martedì 13 settembre 2016

Anteprima: Adam di Giovanna Roma

Buonasera Bookgirls!!! :D
 L'estate è ormai terminata e con essa anche la sessione estiva dell'università e i drammi con i mezzi pubblici.
Dico solo che prendere la metro "A" a Roma Termini alle 7:58 di mattina è una MISSION IMPOSSIBLE!!!
Pertanto, posso accantonare momentaneamente i testi universitari e dedicarmi alle nuove uscite.

In questo post, voglio parlavi di nuovo romanzo dark "Adam", il primo della serie "Deceptive Hunters" di Giovanna Roma.

Venite a scoprirlo insieme a me... ;)




TITOLO: Adam
SERIE: Deceptive Hunters #1
AUTRICE: Giovanna Roma
Self-pubblishing
GENERE: Dark romance
DATA PUBBLICAZIONE: 18 agosto 2016
ISBN: 9786050438246
PREZZO: € 2,99
PAGINE: 192

LINK DI ACQUISTO:

Amazon: https://www.amazon.it/Adam-Giovanna-Roma-ebook/dp/B01KJ03QWY/ref=sr_1_2?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1471414668&sr=1-2

iTunes: https://itunes.apple.com/it/book/adam/id1144483097?mt=11&ign-mpt=uo%3D4

Kobo: https://store.kobobooks.com/it-it/ebook/adam-32

GPlay: https://play.google.com/store/books/details?id=E5fcDAAAQBAJ

Bookrepublic: https://www.bookrepublic.it/book/9788822832689-adam/?cv=1

Rizzoli: http://www.libreriarizzoli.it/Adam/D7.sEWcViXgAAAFWBOUz4Jao/H2.sEWcWLvkAAAErs2Adhq.l/pc

BOOKTRAILER: https://www.youtube.com/watch?v=hsh1kiS5e4c


SINOSSI: Ho sempre saputo come sarebbe stata la mia vita.
La mia storia è stata scritta da qualcun altro e non è certo una trama felice.
Solo. Letale. Killer.
Circondata dalla feccia della società. Dipendente. Vuota. 

Niente legami. Fuori dal lavoro non esiste una vita vera per me.
Soltanto il baratro.
Tutti si proclamano innocenti, finché il mio proiettile non decide per loro.
Io vedo cosa nascondono dietro la maschera. Li scopro animali.
Poi qualcuno si mette in mezzo e complica le cose.
Qualcuno mi ha urlato in faccia e sono stata costretta ad affrontare i mostri nella mia testa.
Inizia la caccia.
Inizio la fuga.
Ora un bivio cambierà per sempre ciò che sono.
Ora tutto sarà diverso. Finalmente sarò solo io e nessun'altra.


OPERE PRECEDENTI: La mia vendetta con te (dark romance);

Il Siberiano (dark romance);
Il patto del marchese (regency)
PROSSIMA PUBBLICAZIONE: Razov (dark romance).

PINTEREST: https://it.pinterest.com/romagiovannarom/
BLOG: http://giovannaroma.blogspot.it
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BIOGRAFIA AUTRICE: Sono nata e cresciuta in Italia e viaggiato sin da bambina. I generi che leggo spaziano tra thriller, psicologia, erotico e dark romance. Anche quando un autore non mi convince, concedo sempre una seconda possibilità, leggendo un altro suo libro. Sono autrice dei romanzi La mia vendetta con te e il suo sequel Il Siberiano.


domenica 24 luglio 2016

Recensione: "La ragazza del dipinto"- il film

Salve Bookgirls!!! :) Scusate la lunga pausa ma dopo l'intenso periodo di esami universitari, ho deciso di darmi al più completo relax.
Dopo aver posato i libri universitari nelle mensole più remote, ho rispolverato i miei amati romanzi.
Ma tra un libro e l'altro, devo dire che mi sono viziata con dei film veramente interessanti.
Uno tra questi è: La ragazza del dipinto.



 

1769. Il capitano Sir John Lindsay della Marina di Sua Maestà Britannica decide, alla morte della madre, di riconoscere e portare con sé in Inghilterra la figlia mulatta affidandola allo zio Presidente della Corte Suprema. 
Dido Elizabeth Belle entra così a far parte, non senza difficoltà, di una famiglia nobile e in vista. 
Il suo rapporto con la cugina Elizabeth Murray si fa stretto sin da bambine e continua ad essere tale anche quando Dido erediterà la fortuna del genitore mentre Elizabeth si troverà senza dote. 
Questa situazione si intreccia con un evento che coinvolgerà l'intera legislazione britannica sulla schiavitù.
Non è facile gestire cinematograficamente un film in costume ambientato nel '700 senza farsi condizionare dagli innumerevoli illustri predecessori che hanno elaborato complesse strutture narrative, spesso di derivazione letteraria. 

Il modello che potrebbe essere accostato a questa opera seconda di Amma Asante è forse lo scorsesiano L'età dell'innocenza per l'intreccio tra opzioni dei singoli e convenzioni sociali.
Alla regista londinese di origine ghanese manca forse il controllo geometrico delle relazioni ma non le difetta certo la capacità di innervare il sottotesto di cinema dei sentimenti con riflessioni originali. Perché nel momento in cui ci ricorda che la vita delle donne di buona famiglia ai tempi era totalmente condizionata dall'attesa di un maschio che spesso desiderava più la loro dote che le loro attenzioni, riesce anche a ribaltare il gioco. 

Il suo è certo un film sulla schiavitù femminile che viene declinata per il colore della pelle e per il censo. 
Dido da 'negra' che non può pranzare con i familiari perché creerebbe imbarazzo diviene oggetto di attenzione maschile nel momento in cui eredita rischiando di lasciare la cugina 'bianca' a soffrire di un triste zitellaggio.
Ma questi elementi non costituiscono che una parte della narrazione perché essa si intreccia con il caso della nave Zong di cui Asante porta a conoscenza un più vasto pubblico che non sia quello degli storici. Su quel veliero viaggiavano numerosi schiavi che vennero gettati a mare incatenati perché ammalati cercando così di lucrare con le assicurazioni che non avrebbero invece coperto l'arrivo sul mercato di 'merce' avariata. 


Il caso costituì un punto di non ritorno per lo schiavismo in Gran Bretagna. A tutto ciò si aggiunga il quadro (che giustifica il titolo italiano) che ritrae insieme le due cugine. Potrebbe essere un escamotage narrativo o un riferimento reale. Solo alla fine della proiezione si avrà la risposta. 






VALUTAZIONE: 4 CORONE

Amate il periodo ottocentesco, i vestiti d'epoca ed i gentiluomini!?
...beh è il film giusto per voi!!! ;) Lasciatevi conquistare da Dido...

mercoledì 18 maggio 2016

Segnalazione: "Le cicatrici dell'anima" di L. Cassie

Ecco a voi ...una nuova segnalazione made in Italy ;)
 
 
Titolo: Le cicatrici dell’anima
Autore: L. Cassie
Genere: Raccolta di citazioni
Data di pubblicazione: 31 Gennaio 2016 (è in pre-order)
Editore: Self -Publishing
Prezzo: € 1,99 ebook (cartaceo ancora non disponibile)
 
Trama: “Cicatrici dell’anima” è una raccolta di pensieri scritta per dare voce a quelle parole trattenute troppo a lungo nel mio cuore.
Sono pensieri scaturiti da tutto ciò che mi circonda, dalla mia stessa vita, dalle persone che ne fanno parte e da ciò che mi capita di osservare nelle vite altrui. Sono citazioni, più o meno lunghe, che raccontano la vita vista con i miei occhi e le mie emozioni e, soprattutto, secondo il mio passato.
In questo libro cerco di descrivere l’adolescenza femminile, le varie sfumature dell’amore e della vita, spero possiate rispecchiarvi. Buona lettura.
 
Biografia: L. Cassie nasce nel 1993 a Torino ed è in Piemonte che trascorre la sua infanzia, crescendo a pane e libri. Intraprende un percorso scolastico che la qualifica Estetista nel 2010, abilitandosi qualche anno più tardi. A Gennaio 2015 apre un piccolo spazio sul web, denominato "L. Cassie - Blog", con il quale collabora, come promoter e recensitrice, con note Case Editrici. A poco a poco riscopre una vecchia passione, quella per la scrittura, ed è grazie a quest'ultima che decide di dar luce al suo primo romanzo “Una nuova vita”. Pochi mesi dopo realizza una seconda opera intitolata “Ascolta il mio silenzio”. Nell’ Ottobre 2015 comincia la sua collaborazione con la rivista “Eclettica, la voce dei blogger”, gestendo la rubrica “La libreria di L. Cassie”. Ed è nel Gennaio 2016 che pubblica un nuovo opera, una raccolta di citazioni intitolata “Le cicatrici dell’anima”.
 
 
 
Estratti:
 
“Mi innamoro di te ogni minuto,
ma tra un minuto e l’altro ti odio.”
 “Raccolgo da terra i cocci del mio cuore,
per evitare che la gente,
camminando distrattamente,
calpesti anche quelli.”
Lotta ogni giorno,
affinché nella tua vita si realizzi un sogno.”

sabato 30 aprile 2016

Segnalazione: "E se fosse destino" di Barbara Graneris

Hellooo Book Girls ;) in questo post voglio parlarvi di una nuova segnalazione interamente made in Italy.
 
Venite a scoprire di più...
 
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Titolo: E se fosse destino
Autore: Barbara Graneris
Editore: Self
Genere: Romance
Formato: ebook
Pagine: 219
Uscita: 14 febbraio
Disponibile su: Amazon, Kobo, Google Play e iBooks (€ 1,99)

Link per l’acquisto:
Amazon
 
 

TRAMA: Greta fa la commessa nel negozio della sua migliore amica ed ha un’irrefrenabile passione per i dolci. Seria e responsabile, ha deciso di mettere da parte se stessa per occuparsi della sua famiglia.
Davide è una giovane promessa del calcio. Forte e determinato, sa che il pallone è il suo grande amore e che è ad un solo passo dal realizzare il sogno della sua vita.
Ma cosa succede quando il destino decide di farli scontrare?
Greta dovrà combattere prima di tutto contro se stessa per riuscire a lasciarsi andare tra le braccia del bel calciatore. E quando finalmente capiscono di non poter fare a meno l’uno dell’altra, la vita è pronta a metterli in difficoltà. Sogni e amore non sempre possono coesistere.
Riusciranno a superare gli ostacoli o saranno costretti a dirsi addio?
Perché quando è il destino a decidere per te, non ti lascia scelta. Devi assecondarlo.
 

Un breve estratto dal libro:

[…] Osservo i suoi occhi azzurri che scintillano al bagliore della luna, e tutto ciò che riesco a pensare è che vorrei baciarla. Si appoggia al muro vicino alla portafinestra e inspira a fondo l’aria fredda, poi solleva la testa e si mette a fissare il cielo colmo di stelle.
«Mi piace il cielo» mi rivela. «È immenso e infinito. Ma allo stesso tempo confortevole perché è sempre lì. Non ti abbandona mai.»
Sollevo anche io la testa e mi metto a contemplare il cielo insieme a lei. Restiamo così per un paio di minuti in perfetto silenzio, interrotto solo dal rumore di qualche macchina che passa in fondo al vialetto.
«Grazie della bella serata, Davide. Ha significato tanto per me.»
Mi volto a guardarla e mi accorgo che non ha nulla da invidiare alla bellezza delle stelle.
«È stato un piacere.» le rispondo mentre mi avvicino per sistemarle di nuovo una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Sto provando in tutti i modi a resistere perché so che è sbagliato, ma la voglia di toccarla, di assaggiarla e di averla tutta per me è troppa. Così, senza neanche rendermi bene conto di quello che sto facendo, le afferro il viso tra le mani e avvicino le mie labbra alle sue. La sento che abbandona tutto il suo peso contro il muro mentre il ritmo dei nostri respiri accelera. Sono quasi sicuro che mi stia per scoppiare il cuore mentre il desiderio divampa dai nostri corpi e ci avvolge assieme al cielo stellato.
Le nostra labbra si sfiorano appena, senza toccarsi realmente, e questo basta per farmi pulsare il sangue nelle vene. Sto per baciarla, baciarla davvero, quando la sento emettere un sospiro strozzato. Mi poggia una mano sul petto e abbassa lo sguardo. «I-io non posso…» farfuglia sulla mia bocca, e so che ha ragione. Sono stato uno sciocco perché ho oltrepassato il confine, e non deve più capitare. Ma mi piacerebbe che lei si lasciasse andare e non fosse così rigida. Sposto le mie labbra sulla sua fronte, dove le do un bacio leggero.
«Buon compleanno, Greta» le sussurro prima di staccarmi da lei. Poi le sorrido, mi volto e mi dirigo verso la macchina. […]
 
 
BOOKTRAILER:
 
 
L'AUTRICE:
Barbara Graneris è nata a Torino nel 1994 e ha frequentato il Liceo Linguistico. Ama la lettura fin da bambina ed è una grande tifosa di calcio. La passione per la scrittura è sbocciata del tutto come mezzo di fuga da un periodo difficile. Nel 2015 ha pubblicato “Ricomincio da te”. Questo è il suo secondo romanzo
 

giovedì 28 aprile 2016

#2 CONSIGLI DI UNA BOOK GIRL ❤





Salve carissime Book Girls :)
Benvenute nel secondo post dedicato alla prima rubrica del Blog: "CONSIGLI DI UNA BOOK GIRL❤", dove ho deciso di condividere con tutte voi le letture da me particolarmente amate, accompagnandole con commenti e citazioni.



Oggi parleremo del primo libro della serie distopica e romantica "The Selection" di Kiera Cass!!!
Vi lascio alla lettura della trama...


TRAMA: In un futuro lontano, in un Paese devastato dalla guerra e dalla fame, l’erede al trono seleziona la propria moglie grazie a un reality show spettacolare. 
Per molte ragazze la Selezione è l’occasione di una vita. L’opportunità di sfuggire a un destino di miseria e sognare un futuro migliore. 
Un futuro di feste, gioielli e abiti scintillanti. 
Ma per America è un incubo. 
A sedici anni, l’ultima cosa che vorrebbe è lasciare la casa in cui è cresciuta per essere rinchiusa in un Palazzo che non conosce. Perdendo così l’unica persona che abbia mai amato, il coraggioso e irrequieto Aspen. 
Poi però America conosce il Principe Maxon e le cose si complicano. Perché Maxon è affascinante, dolce e premuroso. E può regalarle un’esistenza che lei non ha mai nemmeno osato immaginare…


COMMENTO: Devo premettere che è stato amore a prima vista con la cover fiabesca e intrigante!
La storia è molto scorrevole e leggera da portare avanti.
Detto questo, tralasciando la semplicità della storia, ho apprezzato molto il personaggio di America: una ragazza fiera delle proprie origini che non ha paura di esprimere i propri pensieri!
Forse l'aspetto che preferisco di più è la schiettezza, qualità che manca sempre di più al giorno d'oggi!
Nonostante la forte personalità,America non riesce a scegliere tra due ragazzi molto differenti tra loro: Aspen un ragazzo umile e coraggioso e Maxon premuroso e benestante!
America si troverà con il cuore diviso a metà!
Leggendo il libro ho potuto approfondire la personalità dei ragazzi!
Maxon è il principe azzurro che tutte le ragazze vorrebbero incontrare nella propria vita: affascinante e premuroso conquista subito il cuore delle lettrici!
E poi diciamolo... a chi non farebbe gola un principe che ti vizia con paste alla fragola e passeggiate romantiche all'aperto!?!
Poi c'è Aspen, il personaggio che ho apprezzato maggiormente nel romanzo!
E' il classico ragazzo innamorato che per la propria donna compierebbe mille sacrifici pur di renderla felice! Chi sceglierà!? ;)

The Selection, è un libro molto scorrevole! Ideale per tutte le Book Girls che vogliono sentirsi delle principesse!


CITAZIONI:

Di solito il vero amore è sempre il più scomodo" 



"Io non intendo cambiare niente di me solo per compiacere un tizio che nemmeno conosco!”

“No, non sto scegliendo te o lui. Sto scegliendo me.”

domenica 24 aprile 2016

Segnalazione: "I fratelli Kimball" di Valeria Di Spezio

Voilà una segnalazione made in Italy tutta per voi ;)

Venite a scoprire la storia de "I fratelli Kimball" di Valeria Di Spezio.



Genere:Letteratura Italiana

Anno di Pubblicazione : 2016

Autore:Valeria Di Spezio


TRAMA: I protagonisti, i fratelli Kimball, vivono ad Haworth, nello Yorkshire, e con i loro comportamenti bizzarri “offrono” alla loro madre, l'incarnazione della tipica mamma chioccia, non poche preoccupazioni. John, 25 anni, è l'unico maschio delle famiglia. Affascinante perditempo, cerca di racimolare denaro andando a caccia di segreti da sfruttare a proprio vantaggio. Alice, 23 anni, è la triste incantatrice di uomini, angelica e dolce. Si diletta con il cucito e quando non lavora sta affacciata alla finestra con il faccino leggermente inclinato a destra e gli occhi persi nel vuoto. Sarah, la più piccola, ha 19 anni. È il maschiaccio ribelle, esile fisicamente ma dal carattere forte. Convinta che i libri appartenuti al padre contengano il segreto per essere felici, passa molto tempo a studiarli, con ben scarso esito. Per svariati motivi i fratelli Kimball vivranno separatamente le proprie esperienze formative, incrociandosi tuttavia durante tutto il percorso narrativo.



Ecco un assaggio tutto per voi ;)

Quando il signor Kimball morì, l'intero paese di Haworth manifestò un sincero cordoglio, nonché una grande preoccupazione, per la vedova Annabelle e i suoi tre figlioli. Quella era stata davvero una pessima primavera, ricordata da tutti come “la primavera degli orfanelli” e divenuta, al pari dell'anno zero, un vero e proprio riferimento temporale. Prima o dopo la primavera degli orfanelli? Così si diceva. Ad aprire le macabre danze fu la famiglia Blair, con la morte durante il suo quinto parto di mamma Ellen. Finalmente una femminuccia dopo quattro mascalzoni e lei, povera donna, nemmeno se ne accorse. A seguire la morte della signora Gibson, costretta a causa di una polmonite folgorante a lasciare la sua piccola Daisy nelle mani del marito devoto e del Signore Dio nostro. Tantissime furono le lacrime versate per queste giovani donne, ma ben più copioso fu il pianto dovuto alla triste fine di George Kimball. I suoi orfanelli suscitavano infatti, nel cuore della comunità, una pena smisurata, poiché diversamente dai Blair e da Daisy Gibson non avevano una tomba dove adagiare un fiore o versare una lacrima. La nave sulla quale il loro padre salì in cerca di fortuna era, ahimè, destinata al naufragio. E così, in una nerissima notte di maggio, George, padre di tre bambini, fu ingoiato dalle onde e giù trascinato insieme alle sue più grandi speranze. Celebrata la messa ed esaurite le lacrime, ognuno tornò alla vita di sempre, preoccupandosi di lasciare fra le proprie preghiere un posticino per le anime dei defunti. I Blair, che necessitavano di assistenza più che di preghiere, lasciarono il paese non molto tempo dopo. Papà Blair pensò bene di raggiungere le sorelle per dare ai figli quel sentimento che più si avvicina all'amore di una madre: l'affetto di una zia. La famiglia Kimball e la famiglia Gibson, di condizioni economiche più agiate, restarono invece ad Haworth, mutilate entrambe, ma pronte a divenire col tempo protesi l'una dell'altra. Il vedovo Gibson era un vecchio amico di George ed era anche il padrino dell'ultima nata. Proprio lui, che aveva nel cuore lo stesso identico lutto, non poteva abbandonare quei piccini e fece ad Annabelle una promessa: non si sarebbe semplicemente occupato della loro contabilità, ma avrebbe vegliato sulle loro teste affinché nulla di male più accadesse. Passarono dunque tredici lunghi anni, in cui il signor Gibson dimostrò magnificamente di sapere tener fede alla parola data, e il tutto senza mai trascurare la sua adorata Daisy. Tuttavia, nonostante il suo grande zelo, non riuscì a tenere lontano dai figli “adottivi” alcune stranezze. Ognuno di loro aveva infatti dei comportamenti alquanto bizzarri, che non permettevano alla signora Kimball di stare un attimo tranquilla. John, di anni venticinque, nonostante le responsabilità spettanti a un primogenito, ampliate dal fatto di esser l'unico maschio della famiglia, allontanava da sé, e senza troppi indugi, ogni possibilità di un lavoro che si potesse quantomeno definire tale, un lavoro come tanti, insomma. Non aveva tempo per queste baggianate, le sue ricerche ne assorbivano troppo, troppo tempo e troppe energie, soprattutto di notte, quando “si scoprono le cose più interessanti”. Il ragazzo amava definirsi, anche pubblicamente, “un cacciatore di segreti”, e sebbene in molti lo credessero un perditempo, il più delle volte, con grande abilità e fiuto lungo, riusciva a ottenere dei denari. Nel paese, divenuto ormai una piccola cittadina di provincia, tutti, e dico tutti, dal più anziano al più piccino, dal vecchio al nuovo residente, tutti sapevano chi fosse John Kimball, figlio di quel George morto in mare. E se tutti lo conoscevano, in molti cercavano di stargli lontano, proprio per evitare di mettere in luce affari scottanti o nocivi pettegolezzi. La madre si era accorta delle preoccupazioni che la presenza del figlio spesso arrecava; lei stessa era stata vittima di un'odiosa emarginazione. Temeva che, continuando in quel modo, non avrebbe più trovato una sola fanciulla disposta a prenderselo: un fannullone e per giunta un ficcanaso, quale famiglia lo avrebbe mai accettato? Forse sulle famiglie non aveva poi tutti i torti, ma di fanciulle disposte a prenderselo, durante le pause del suo fantomatico lavoro, di certo non ne mancavano. Sempre sorridente e con i capelli arruffati, faccia da schiaffi e sguardo penetrante, come potevano non trovarlo irresistibile? Anche Alice, di anni ventitré, poteva vantare numerosi ammiratori, sebbene lei, a differenza del fratello che ogni santo giorno bighellonava in giro, raramente metteva il suo bel nasino fuori da casa. Usciva soltanto due volte la settimana, la domenica per andare in chiesa e un secondo giorno per andare in merceria. Alice era una brava sarta, richiesta anche dagli uomini, che in genere, lo sappiamo bene, non amano curarsi di certe cose. Che non ne apprezzassero solo le mani da fata era evidente, le mogli e le fidanzate non erano certo tanto sciocche da non comprenderlo, ma la ragazza aveva un viso così dolce, così angelico, che esse stesse ne subivano il fascino. E poi i suoi occhi tristi e velati la rendevano simile a cucciolo di daino. Suvvia, siamo onesti! Che timori può mai suscitare un cucciolo di daino? Questo suo isolarsi dal mondo aveva una causa piuttosto comune fra i giovani: una precoce delusione d'amore, ovvero un fidanzamento rotto sul nascere. Thomas Flynn (è questo il nome del responsabile di cotanta mestizia) dopo pochi mesi di fidanzamento si allontanò da lei per sbrigare alcuni affari a Londra. Lo aveva fatto a malincuore e con passione le aveva giurato che sarebbe tornato presto, tuttavia, una volta giunto nella grande città, pensò bene di cambiare idea. In una lettera breve ma altamente patetica comunicò alla ragazza la fine del loro fidanzamento, ritenendo opportuno menzionare la causa: una ballerina francese di nome Gisèle. In ragione di ciò, ogni volta che non cuciva o rammendava, Alice stava alla finestra con il faccino triste leggermente inclinato a destra e gli occhi persi nel vuoto, e non era affatto strano trovare lì, sotto quella finestra, un giovane speranzoso di ricevere uno sguardo vivace e magari un sorriso. Nessuno ad Haworth riusciva a capire in che razza di sortilegio fosse incappato quel sempliciotto di Thomas Flynn: Alice era “la più bella e cara ragazza al mondo e nel mondo, si sa, ci sta anche la Francia!” (parole di Toby Elliot, il più sincero dei suoi pretendenti). Molto carina ma non così bella era la sorella minore Sarah, l'unica dei figli ad avere i capelli rossi tipici degli Swan, ramo d'origine della madre. Sarah, che di anni ne aveva diciannove, era la figlioccia del signor Gibson ed era anche quella che dava ad Annabelle le preoccupazioni più grandi. Tralasciando il suo carattere impetuoso e litigioso che mal si abbinava alla sua delicata figura, il vero problema di Sarah era l'ossessione. Anche lei, come il fratello, era alla ricerca di un segreto, uno solo però, il segreto dei segreti, quello della felicità! Più strano della ricerca in sé era il metodo applicato, consistente nella lettura di tutti i libri appartenuti al padre. Questa stupida idea, divenuta ossessione con il passare del tempo, era balzata nel suo cervellino un paio di anni prima, durante un salutare, o almeno così si sperava, picnic domenicale. Si era appena appisolata all'ombra di una grande quercia, quando all'improvviso fu destata da un sogno che poi vero sogno non era, piuttosto il riaffiorare di un vecchio e caro ricordo. Il padre se ne stava comodo sulla propria poltrona a leggere vicino al caminetto acceso, mentre lei, seduta a sua volta sulle sue gambe, affondava la faccia nel petto e ne cingeva il torace con le braccina esili ma forti. Il signor Kimball leggeva libri di un certo spessore, nulla a che vedere con i bambini e la lettura da intrattenimento, eppure quasi ogni sera, anche senza fiabe, Sarah stava in silenzio sulle ginocchia di papà, in attesa di una qualsiasi osservazione sul testo. “Guarda qui!” le diceva, e puntando il dito sulla pagina leggeva a voce alta la frase che più lo entusiasmava; poi la commentava brevemente, solo per lei. Era la faccia estasiata di George il motivo per cui la sua piccina stava in quella poltrona, per ascoltare la sua voce calda e ridente. Quella sera però, la sera del ricordo riaffiorato, Sarah rimase con la guancia attaccata alla camicia dell'uomo e con gli occhietti socchiusi. Non vide nessuna frase dietro al suo dito, ma il commento era stato chiaro, inequivocabile: «Questo, bambina mia, è il segreto di ogni felicità. Non dimenticarlo!» E così, dopo essere sparita chissà dove, la frase “Non dimenticarlo!” tornò desiderosa di riscattare il tempo perduto, non concedendo alla giovane Sarah nessuna tregua.

Segnalazione: "Non merito il tuo amore" di Samantha L'Ile

Carissime Book Girls :)  in questo post, voglio parlarvi di una segnalazione made in Italy: "Non merito il tuo amore" di Samantha L'Ile.

Venite a scoprire di più...


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Titolo: Non merito il tuo amore 
Autore:Samantha L’Ile 
Genere: Romance 
Editore:Self Publishing 
Data di uscita: 7 Dicembre
Disponibile sia in ebook QUI che in cartaceo


TRAMA: Camilla è una donna piena di cicatrici interiori causate da un passato tragico, ma finge una parvenza di serenità per il bene dei suoi genitori. 
Per accontentarli, accetta di partire per una lunga vacanza in un paesino di montagna dove i pettegolezzi sono all'ordine del giorno e chiunque riceve presto un soprannome.
In una baita isolata alloggia un misterioso forestiero, ustionato dalla scarica di un fulmine, che in paese chiamano “Il Fulminato”. 

Camilla lo incontra lungo un sentiero dove, spaventata da un branco di lupi e dall'aspetto minaccioso dell’uomo, cade a precipizio. 
Lui la soccorre e Camilla capisce che Stefano, così si chiama il suo salvatore, non è affatto pericoloso ma un uomo ferito, dall'animo gentile. 
Attratti l’uno verso l’altra, iniziano a frequentarsi scatenando allo stesso tempo i pettegolezzi in paese e una passione incontenibile. 


Una storia intensa e drammaticamente romantica che mette a nudo due anime ferite, certe di non meritare l’amore eppure incapaci di resistervi.



L'AUTRICE:Samantha L’Ile vive in provincia di Varese con il marito e i figli. Laureata in Ingegneria Informatica, lavora in ambito amministrativo con i numeri ma sono le parole la sua vera passione. Lettrice compulsiva da sempre, ha pubblicato i romanzi “Coppia di Cuori” e “Cuori Coraggiosi”, contemporanei autoconclusivi, e “Le Vicende degli Island”, una serie young adult di genere paranormale. L'indirizzo del suo blog è: sammylile.blogspot.it


Se vi siete incuriosite potete leggere ,in anteprima, i primi capitoli del libro in questione ;)


Capitolo 1: Erano passate solo quattro settimane dal suo arrivo in Val Badia e Camilla si era già guadagnata un soprannome, ma non uno di cui esser fiera, il suo era più un’etichetta che riassumeva la sua vita sventurata. In paese era chiamata laVedova Bianca.
Era ospite nell’appartamento di un’amica di sua madre, Maria, che era nata a San Cassiano per poi trasferirsi al sud per amore. Ogni estate Maria e suo marito trascorrevano tre mesi in Trentino dove lei godeva della vista delle montagne e lui del clima fresco e rigenerante. Per tre decadi non avevano mai mancato all’appuntamento estivo però quell’anno era nata la loro terza nipotina, rendendo il duemilaquindici memorabile, e così la coppia di neo-nonni era partita per la Francia a trovare la figlia.
Camilla non voleva assolutamente partire per quel paesino sperduto tra i monti. Sua madre però era stata irremovibile e alla fine Camilla aveva ceduto sotto al peso del ricatto morale. La madre sperava che lei potesse trovare pace in mezzo a quelle montagne meravigliose e le aveva ripetuto per l’ennesima volta che meritava un pizzico di serenità, estorcendole la promessa di provarci. Se fosse andata male sarebbe potuta tornare a casa in qualsiasi momento.
Il paesino era incantevole, circondato da massicci su tutti i lati, regalava uno spettacolo mozzafiato. Pur essendo una frazione di Badia, era una nota meta turistica e per questo molto ospitale con hotel, ristoranti, negozi e una deliziosa zona pedonale in cui Camilla aveva spesso vagabondato. In fondo alla via della chiesa si trovava il negozio di Denise, la parrucchiera a cui Maria aveva raccontato la sua storia, che aveva diffuso la notizia. Da lì era nato l’infausto soprannomeVedova Bianca che tutti pronunciavano accompagnato a un mesto sorriso di solidarietà.
Come ogni mattina verso le dieci, Camilla si diresse verso il salone di Denise per la loro consueta pausa caffè. Sbirciò dalla vetrina e vide che c’erano due clienti, una in attesa di pagare il conto e l’altra al lavaggio. Si stampò il solito sorriso gioviale ed entrò, facendo tintinnare le campanelle appese alla porta.
«Buongiorno a tutte.»
«Buongiorno.»
Camilla capì all’istante che la signora alla cassa doveva essere una forestiera, infatti, di fronte alle turiste Denise la trattava con distaccata cortesia. La donna aveva appena terminato di pagare e stava riponendo la carta di credito mentre Denise le porgeva la ricevuta, i migliori auguri di felice vacanza e calorosi saluti. La cliente uscì dal negozio e Camilla cominciò a contare mentalmente, arrivando solo fino a tre, prima che Denise corresse a baciarla sulle guance. Con il suo metro e sessanta, era più bassa di Camilla di dieci centimetri, ma riusciva sempre ad avvolgerla in una stretta burrosa, resa morbida dalle sue curve generose. Aveva un profumo molto intenso, composto dall’odore della crema per il corpo, dalla lacca che usava in quantità industriale e dall’essenza fruttata che si spruzzava generosamente.
«Finalmente un po’ di tranquillità! Non ho potuto evitare di prendere quella cliente, ma le ho fatto la piega più veloce della storia!»
Denise le aveva confidato che evitava di accettare straniere tra le dieci e le undici proprio per non rovinare le loro pause caffè. “Così restiamo tra di noi” aveva detto, come se Camilla fosse una del posto.
«Conosci già Iris? Lavora nel ristornate in piazza, quello con le famose stelline!»
«Sì, ci siamo già incontrate.»
Era una trentenne molto carina, dall’aspetto sbarazzino grazie al caschetto di capelli biondo platino e ai piercing sul naso e sulla lingua. Esibiva una pallina di metallo, proprio al centro, che faceva capolino ogni volta che Iris parlava.
«Allora che cosa ordiniamo stamane? Io ho proprio bisogno di un caffè lungo.» Denise accompagnò le parole con un gesto teatrale a sottolineare quanto fosse stanca. Lo era sempre per qualcuna delle sue disavventure come quando aveva deciso di ridipingere le persiane da sola e senza cognizione di causa o quella volta in cui il gatto era scappato e lei lo aveva cercato fino alle due di notte. «Il solito caffè per te Camilla?»
Denise non controllò nemmeno la sua risposta mentre Iris chiedeva un cappuccio e la pallina sulla lingua spuntava alle parole “con poca schiuma”.
«Chiamo subito Marco al bar.»
Denise ritornò dietro al bancone e afferrò il telefono. Schiacciò un tasto di chiamata rapida, sfilò il vistoso orecchino a clip e avvicinò la cornetta all’orecchio. Come ogni giorno scambiò due battute con il ragazzo del bar e fece l’ordinazione. Camilla si sedette sul divanetto all’ingresso e sorrise a Iris che la studiava sfacciatamente.
«Come ti trovi qui da noi?»
«Molto bene. L’appartamento è confortevole.»
«Hai notizie di Maria? Peccato non averla con noi quest’anno.»
«Si tratterrà a Lione per sei mesi per godersi la neonata e aiutare sua figlia.»
«Un’altra nipotina, sarà al settimo cielo! Sei stata fortunata a prendere il suo appartamento, è proprio in centro paese. Non hai una macchina a disposizione, vero?»
Camilla scosse la testa, preparandosi all’ennesimo terzo grado. «C’è una bicicletta in garage. Ho pedalato un paio di volte fino a La Villa.»
«E riesci a fare la spesa?»
«Sì, compero qualcosa ogni giorno per evitare sacchetti troppo pesanti.»
Camilla si obbligava a entrare nei vari negozi quotidianamente, a volte acquistava solo un paio di panini o della frutta, piccole necessità che la costringessero a vedere altre persone. Grazie a Denise non veniva trattata come una turista qualsiasi, da accontentare tenendo le distanze, ma riceveva sorrisi e saluti cordiali ovunque andasse.
«E nel tempo libero che cosa fai?»
«Mi piace passeggiare e godere del panorama.»
«Mi ha detto Pino che spesso ti vede seduta nei prati a leggere.»
«Sì, mi piace stare all’aperto e porto sempre con me il lettore digitale.»
Prima di partire aveva comprato una marea di romanzi leggeri e divertenti, nella speranza che le migliorassero l’umore.
«Angelo non riusciva a capire cosa fosse da lontano, credevamo un palmare o un altro aggeggio simile.»
Camilla sapeva che i suoi spostamenti e ogni suo gesto erano monitorati, Denise non nascondeva di essere al corrente di dove andasse e cosa facesse. Un giorno le aveva chiesto a che punto fosse con la collana di ametista a cui stava lavorando e Camilla ancora si chiedeva come avesse fatto a saperlo. Presto avrebbe dovuto creargliene una come dono di gratitudine, ma non aveva ancora deciso di che fattura.
«Di che cosa parlate voi due?»
«Di libri.»
«Oh, che noia! Ho io una notizia spassosa da raccontarti.»
Camilla sorrise, pronta a sentire l’ultimo gossip del paese. Anche in una piccola frazione, indaffarata con i turisti, nascevano pettegolezzi quotidianamente e tutti, prima o poi, si guadagnavano un soprannome.
«Ieri Giovanna Rudolòn è andata in farmacia strizzata in un vestitino rosso minuscolo che le copriva a malapena il sedere!»
Un altro punto per la signora Giovanna, la più chiacchierata in assoluto tra le donne. Era la moglie del proprietario di una famosa malga, ma era stata ed era rimasta una donna di città, sempre in giro con tacchi a spillo anche lungo i sentieri. Seguire la moda era per lei più importante che non spezzarsi l’osso del collo e l’altezza dei suoi tacchi cresceva di anno in anno, nonostante fosse caduta spesso. Grazie ai suoi ruzzoloni si era guadagnata il soprannome di Giovanna Rudolòn.
«Doc ha fatto cadere l’espositore con i dentifrici per sbirciarle il seno e pare che sua moglie l’abbia strigliato a dovere!»
«Non che ci fosse molto da vedere, non ha certo le tue misure Denise!»
Iris indicò il seno della parrucchiera che quasi strabordava dalla maglietta attillata e dilatava in modo buffo il logo del negozio stampato sopra. Scoppiarono a ridere e lo stavano ancora facendo quando entrò nel negozio Marco con il vassoio dal bar.
«Quanta allegria, mie belle signore. Che cosa mi sono perso?»
«Stavamo raccontando l’avventura di Giovanna alla farmacia.»
Marco appoggiò il vassoio sul divanetto accanto a Camilla e ghignò al ricordo, ovviamente era a conoscenza del fatto.
«Invece io ho una notizia succulenta di ieri sera che voi di certo non sapete ancora.»
Denise si azzittì all’istante e si avvicinò al barista con sguardo avido, lisciandosi i riccioli tinti di rosso per l’impazienza.
«Dicci Marco, che cosa sai?»
«Ecco un indizio: Martino stava per avere un infarto quando è successo!»
Persino Camilla aveva capito a chi si stava riferendo: il re dei pettegolezzi tra la popolazione maschile era Il Fulminato, uno straniero che si era trasferito nella baitaMaso Marco dieci mesi prima e di cui non si sapeva nulla. Doveva avere un’età compresa tra i quaranta e i cinquanta ed era sfregiato lungo tutto il viso e probabilmente il corpo. Quel forestiero misterioso era la spina nel fianco di Martino, proprietario del negozio di alimentari. Lui era l’unico in paese a incontrarlo quando scendeva con il suo fuoristrada a fare provviste e ogni volta da quegli incontri nasceva un pettegolezzo nuovo.
«Il Fulminato!» Gridò Iris come se stesse partecipando a un quiz a premi per vincere un milione di euro.
«Proprio lui! Ieri sera Martino era distrutto. Dice che se non fosse per gli affari, si rifiuterebbe di servirlo.»
«E farebbe bene, è un pazzo e anche sciatto!»
Denise non aveva digerito il fatto che non si fosse mai rivolto a lei per aggiustare il taglio di capelli, nonostante i suoi numerosi tentativi di incontrarlo e irretirlo come cliente. Era stata lei a spingere Martino a chiedergli informazioni e lui aveva ceduto per l’esasperazione. Dopo mesi di stringati convenevoli, gli aveva chiesto qualche informazione personale e si era scoperto che l’uomo ustionato era stato colpito da un fulmine ed era sopravvissuto, un’eventualità rarissima ma non impossibile. Da qual giorno si era guadagnato l’azzeccato soprannome e Denise lo aveva definitivamente bollato come uno sciattone spettinato.
«Ma che cosa ha fatto?» Chiese Iris a bassa voce, come se non fossero da soli nel locale.
«Come al solito è sceso a fare la spesa cinque minuti prima che il negozio chiudesse. Quando Martino è uscito per tornare a casa l’ha visto vicino al fuoristrada che parlava da solo! Poi il Fulminato si è accorto di lui, e…»
«E? Che cosa gli ha fatto?»
«Gli ha aizzato contro il cane, quello più cattivo, e ha continuato a blaterare con se stesso.»
«E la bestia ha morso il povero Martino?»
«No, era legata al guinzaglio ma lui stava per avere un attacco di cuore. Dice che non ha dormito tutta notte per l’agitazione.»
«Ci credo, io sarei morta! Mi batte forte il cuore solo a sentire la storia!»
Marco sbirciò il “cuore” di Iris, ma non sembrò colpito da quella vista e virò subito su Camilla. Lei fece finta di non accorgersene mentre fissava il suo riflesso nello specchio di fronte. Quel giorno indossava un paio di jeans, scarpe da ginnastica e un’anonima felpa blu che nascondeva le sue forme aggraziate. Aveva lasciato i capelli sciolti sulle spalle e non si era truccata anche se i suoi occhi, marroni come il cacao, non avevano bisogno di maquillage per spiccare. Lo specchio le mostrava qualche ruga d’espressione intorno alla bocca dalle labbra carnose e rosa scuro, che non avevano bisogno di alcun rossetto per attirare l’attenzione. Marco infatti vi indugiò qualche attimo prima di tornare a guardare le altre signore presenti per congedarsi.
«Su signore, animo! Vi lascio ai vostri caffè. Denise passo più tardi per il vassoio.»
Mentre il barista usciva dalla porta, Camilla si chiese nuovamente che aspetto avesse il Fulminato. Prima di quel pettegolezzo Martino assicurava che non fosse pazzo, almeno non in modo evidente come era stato il Vecchio Zòpega che zoppicava in giro per il paese con il suo bastone intagliato a mano e sentendo le voci. Tuttavia il fatto che vivesse in totale solitudine e fosse stato colpito dallasaéta non deponeva a suo favore e così si era sparsa la voce che fosse un uomo pericoloso, assolutamente da evitare.

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